Per chiarire cosa si intende per tomba “a cappuccina” va detto innanzitutto che si tratta di una tomba ad inumazione, costituita generalmente da muretti laterali formati da embrici — mattoni dalla forma rettangolare, di dimensioni piuttosto grandi — posti di taglio, con copertura ancora in embrici posti a formare una sorta di tetto.
Da qui il nome ”a cappuccina”, in quanto la sezione triangolare del tetto ricorda il cappuccio dei frati.
Il fondo poteva essere in nuda terra, pietra o, come nella tomba di Viguzzolo, laterizi.
Le “cappuccine” sono diffuse lungo un ampio arco cronologico, dall’introduzione nel mondo romano dell’inumazione al posto della cremazione — III sec. d.C. — fino al Medioevo.
La tomba di Viguzzolo, per l’assenza totale di corredo, pare databile all’epoca tardoromana-altomedievale.
La nostra tomba è stata ritrovata attorno al Ferragosto del 1991, in Regione Vigiotta, territorio di confine tra i Comuni di Viguzzolo e di Castellar Guidobono, non distante dal torrente Curone, a seguito di quotidiani lavori agricoli.